

Ciao ChatGPT, prendi il controllo per favore…
Il primo ETF è stato lanciato 30 anni fa, e da allora il panorama degli investimenti di capitale è profondamente mutato. Negli ultimi anni gli ETF hanno conquistato una quota di mercato sempre più ampia e rappresentano oggi strumenti molto apprezzati da un gran numero di investitori.
Stando alle statistiche della Federazione Mondiale delle Borse (World Federation of Exchanges), alla fine del 2020 il mercato mondiale degli ETF aveva superato i 7000 miliardi di dollari statunitensi, avendo messo a segno un incremento del 17% rispetto all'anno precedente. Queste cifre mostrano chiaramente che gli ETF svolgono un ruolo sempre più importante negli investimenti di capitale.
Gli ETF si distinguono per la loro trasparenza, convenienza ed efficienza, che ne fanno un'alternativa appetibile rispetto ai tradizionali fondi gestiti attivamente. Acquistando ETF, gli investitori possono investire in un paniere ampiamente diversificato di titoli, il che permette di ridurre il rischio.
Un'ulteriore sfida per i gestori attivi è rappresentata dal crescente utilizzo dell'intelligenza artificiale (IA). I sistemi IA possono analizzare rapidamente grandi quantità di dati e riconoscere pattern, il che può consentire di prendere migliori decisioni di investimento. Alcuni studi mostrano che in determinati casi le strategie d'investimento basate sull'intelligenza artificiale possono ottenere risultati migliori rispetto ai fondi gestiti attivamente.
È tuttavia importante tenere presente che l'IA non è perfetta e che il giudizio umano continua a svolgere un ruolo importante. Può inoltre avvenire che a causa del suo orientamento quantitativo l'IA non tenga conto di importanti fattori quali sviluppi politici e avvenimenti globali.
Nel complesso possiamo dire che la quota crescente di ETF e l'utilizzo dell'IA rappresentano delle sfide per la gestione attiva degli investimenti di capitale. Gli investitori dovrebbero esaminare con attenzione le proprie decisioni d'investimento e ponderare quale forma d'investimento sia la più adatta alle loro esigenze.
Wow! Tutto il testo precedente è stato scritto al 100% da un chatbot basato sull'apprendimento automatico e dunque sull'intelligenza artificiale. Si tratta di quanto il prototipo ChatGPT (Generative Pre-trained Transformer) sviluppato da OpenAI ha prodotto per soddisfare la seguente richiesta:
Ciao ChatGPT, 30 anni fa è stato lanciato il primo ETF. Scrivi un testo in cui giudichi da un lato la crescente quota di mercato degli ETF e dall'altro l'utilizzo dell'intelligenza artificiale quali sfide per la gestione attiva degli investimenti di capitale. Cita statistiche a sostegno delle tue affermazioni!
Pur essendo consapevole del rischio che l'opinione pubblica possa manifestare una certa stanchezza sull'IA dopo la tempesta mediatica delle ultime settimane, vorrei comunque riprendere brevemente l'argomento e collocarlo nel contesto della gestione patrimoniale attiva.
Sembra infatti che accanto agli ETF ormai in circolazione da 30 anni si profili all'orizzonte un'altra sfida per i gestori patrimoniali attivi. Non solo circa 9000 ETF gestiscono una quota sempre più grande degli asset globali (negli USA il 12,6% delle azioni e il 2,5% delle obbligazioni), ma l'intelligenza artificiale diviene sempre più sofisticata e si ipotizza che potrebbe rendere obsoleto il nostro (mio) lavoro. Ma è davvero così?
Non sono di questo avviso. Sono piuttosto convinto che questa tecnologia possa consentirci di raggiungere un'altra pietra miliare in termini di aumento dell'efficienza. A prescindere dallo scetticismo che molti clienti continueranno a nutrire ancora a lungo nei confronti di questa tecnologia, non bisogna dimenticare i limiti dei progressi compiuti in quest'ambito. È vero che l'IA può elaborare molto rapidamente un'enorme quantità di dati. Tuttavia i risultati prodotti dipendono sempre dai "materiali di apprendimento" messi a disposizione. Le capacità di astrazione e la creatività di cui è capace il cervello umano sono ancora estranee a questa nuova tecnologia. Ritengo tuttavia che ciò non rappresenti un ostacolo all'impiego dell'IA e alla creazione di valore aggiunto. Tale tecnologia non fa la concorrenza agli esseri umani e va anzi integrata in maniera intelligente nei processi già esistenti in modo da costituire un'ulteriore, utile aggiunta agli strumenti già a nostra disposizione. Sono convinto che l'impiego dell'IA consenta di potenziare enormemente l'analisi, l'elaborazione e la strutturazione di dati, e dunque l'intero processo decisionale. Penso addirittura che segnalando interventi alternativi e possibili percorsi di sviluppo, tale sistema permetta di compiere importanti progressi in termini di efficienza. Tuttavia, tale processo ottimizzato deve a mio avviso sempre far capo agli esseri umani quali istanza ultima di verifica e decisori responsabili. Ciò non significa naturalmente che le persone siano ridotte al mero ruolo di decisori. In uno scenario ideale, noi esseri umani siamo affiancati e sostenuti dall'IA nel prendere decisioni e possiamo così concentrarci sui nostri punti di forza.
Queste mie opinioni potrebbero forse peccare di ingenuità, ma personalmente sono curioso di vedere i prossimi sviluppi e l'integrazione dell'IA nel mio ambito lavorativo. Possiamo se non altro affidare tranquillamente la redazione di testi all'IA, da cui - stando al penultimo paragrafo del testo riportato sopra - noi gestori attivi abbiamo a quanto sembra qualcosa da imparare in termini di umiltà.
Please contact us at any time if you have questions or suggestions.
ETHENEA Independent Investors S.A.
16, rue Gabriel Lippmann · 5365 Munsbach
Phone +352 276 921-0 · Fax +352 276 921-1099
info@ethenea.com · ethenea.com