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Capitolazione! Capitolazione?

Punti chiave in sintesi

  • Nel mercato azionario gli operatori interagiscono tra loro. A seconda del ciclo borsistico, il sentiment può andare dall'euforia al panico.
  • Recentemente, quando ad ottobre sono stati toccati nuovi minimi annuali, la stampa finanziaria ha suggerito che eravamo già arrivati alla fase negativa più estrema: la capitolazione.
  • Osserviamo una crescente tensione in diversi gruppi di investitori, ma non ancora un clima di capitolazione. L'attuale ciclo di mercato potrebbe anche raggiungere il minimo senza passare necessariamente per fasi estreme.

A ottobre, quando gli indici azionari più importanti hanno segnato nuovi minimi annuali, si è iniziato a parlare con sempre più insistenza della capitolazione di molti investitori. Ma è veramente così? Ampi gruppi di investitori hanno gettato la spugna e rinunciato alla prospettiva di un aumento dei prezzi delle azioni in futuro? Dal punto di vista dell'economia comportamentale, questo potrebbe essere considerato un segnale costruttivo sulla futura direzione dei mercati azionari. Un segnale atteso con ansia da non pochi investitori anticiclici.

"Se tutti gli investitori nutrono prospettive positive e
posizionano i loro portafogli di conseguenza,
il margine per ulteriori guadagni si restringe notevolmente.
Se invece le prospettive e il sentiment sono negativi
e molti investitori vendono le loro azioni, lo scenario
per i futuri guadagni di prezzo cambia completamente!"

Christian Schmitt

I lettori avranno sicuramente già avuto modo di osservare un grafico che illustra lo stato mentale di un tipico investitore nelle varie fasi di un ciclo borsistico. Nelle fasi di rialzo, si diffonde l'ottimismo, che nel tempo può anche portare a un'euforia esagerata. Questo clima positivo è contagioso e tende a diffondersi oltre i gruppi di investitori consolidati. L'avidità, o la prospettiva di denaro facile, diventa spesso un leitmotiv importante. Un esempio perfetto del picco più recente di una fase come questa è stato nel 2020/2021.

In ogni fase di eccesso arriva inevitabilmente un momento in cui i prezzi smettono di crescere. I primi ribassi significativi sono generalmente considerati come un'ottima occasione per entrare sul mercato a livelli interessanti, ma se nel tempo i prezzi continuano a scendere il clima può dapprima trasformarsi in tensione e ansia, quindi in paura e disperazione, e infine lasciare spazio ad una capitolazione dovuta al panico. Ma a che punto di questo ciclo di mercato ci troviamo esattamente? C'è già sangue che scorre per le strade, come disse molto brutalmente una volta John D. Rockefeller?

"The way to make money is to buy,
when blood is running in the streets!"

John D. Rockefeller

Non ci sono dubbi sul fatto che abbiamo superato il picco e che ci troviamo in un mercato orso più o meno pronunciato. Quasi tutti i principali indici non solo soddisfano il criterio ampiamente accettato per definire un mercato orso (una flessione di oltre il 20% dai massimi), ma mostrano anche i tipici segni di una fase ribassista, come oscillazioni dei prezzi molto più pronunciate e in entrambe le direzioni, al rialzo e al ribasso. I segmenti di mercato che nella precedente fase di euforia avevano determinato i movimenti al rialzo sono quelli attualmente interessati dalle perdite di prezzo più consistenti. In primis, le criptovalute e i titoli tecnologici non redditizi, i cui prezzi sono scesi in media di circa il 75% rispetto ai massimi dello scorso anno. Di conseguenza, è in questi segmenti che la capitolazione dovrebbe essere più probabile.

Sorprendentemente, a parte le forti perdite di prezzo delle azioni, non si riscontra quasi alcun segno di capitolazione nei mercati che negli ultimi anni sono stati caratterizzati da una crescita dirompente: in questi segmenti nessuno ha ancora rinunciato a "combattere". La fiducia in un progresso tecnologico inarrestabile e le prospettive di un enorme potenziale di mercato futuro continuano a dominare i discorsi di analisti e investitori. Questa incrollabile speranza continua a riflettersi anche nei flussi di capitale verso i prodotti più noti e popolari di questo segmento. Un ottimo esempio in tal senso è l'ARK Innovation Fonds della fund manager statunitense Catherine Wood, che, nonostante un calo di valore del 60% nei primi dieci mesi dell'anno, è riuscito a raccogliere circa USD 1,4 miliardi di nuovi investitori nello stesso periodo. Un noto ETF a tripla leva di un altro fornitore incentrato sui semiconduttori ha perso oltre l'80% del suo valore da inizio anno, ma ha registrato ben USD 6,3 miliardi di nuovi afflussi. Se non fosse per il segno negativo davanti ai dati sulle performance, avremmo l'impressione di trovarci in una fase di euforia, non certo di una capitolazione da panico!

La situazione sul mercato generale è diversa? Una fonte regolare di informazioni al riguardo è l'indagine mensile sui gestori di fondi condotta da Bank of America (BofA), di cui Bloomberg ha parlato a metà ottobre in un articolo intitolato "BofA Survey 'Screams' Capitulation" (L'indagine BofA "grida" alla capitolazione"). Nell'articolo si legge "il sentiment dei gestori di fondi nei confronti delle azioni e della crescita dell'economia globale [...] segnala una capitolazione totale." E ancora "[Gli strategist] fanno notare che attualmente gli investitori detengono il 6,3% dei loro portafogli in contanti. Non si registrava un valore così alto dall'aprile 2001. Parallelamente, il 49% dei partecipanti al sondaggio ha dichiarato di detenere un sottopeso sulle azioni." In effetti, il sentiment si è notevolmente offuscato nel corso dell'anno, come confermato anche da altre indagini analoghe. Tuttavia, alla luce dei dati sopra riportati, riteniamo che sia decisamente prematuro parlare di capitolazione.

La maggiore discrepanza tra gli operatori di mercato rimane quella tra opinione e posizionamento. Sebbene sia molto difficile se non impossibile nutrire una prospettiva positiva a fronte dei numerosi problemi globali, molti dei quali di natura strutturale e tendenti al peggioramento, il posizionamento strategico e i principali movimenti di fondi delineano un quadro diverso. Solo i fondi azionari europei hanno evidenziato deflussi significativi dall'inizio dell'anno. In altre regioni del mondo, gli afflussi iniziano solo ora a venire meno. E questo dopo un 2021 in cui gli investimenti nei fondi azionari sono stati pari a quelli dei 20 anni precedenti, secondo i dati di Goldman Sachs.

"Gli aggiustamenti nel posizionamento strategico di molti investitori
sono più simili a una grande petroliera
che a un agile motoscafo.
Molti sembrano ancora dell'idea che non esistano alternative alle azioni,
mentre la madre di tutte le bolle del mercato obbligazionario continua a perdere aria"

Christian Schmitt

A settembre un'altra indagine condotta da J.P. Morgan ha fatto luce sull'attuale posizionamento azionario degli investitori professionali. A questi ultimi è stato chiesto di collocare il loro posizionamento attuale nel proprio range di posizionamento storico. Solo il 13% si trovava nei tre decili inferiori, mentre la maggior parte si trovava a metà del proprio range storico. Analogamente al già citato 49% degli operatori di mercato che attualmente sottopesano le azioni, è bene ribadire che: una vera capitolazione ha ben altre caratteristiche!

Per concludere:. come siete posizionati? Avvertite segni di capitolazione in voi stessi o nei vostri clienti? Sulla base di numerose conversazioni con clienti e altri operatori di mercato, il migliore aggettivo per descrivere l'attuale stato d'animo di molti investitori è "teso". Le difficoltà sono ben note, ma la teoria e l'esperienza degli ultimi anni ci hanno insegnato che "stare in disparte" è o dovrebbe essere una vera e propria strategia. O almeno lo era in passato. Dopotutto, il mondo non è finito neanche durante la crisi finanziaria globale e gli indici borsistici sono tornati a toccare i massimi ad un certo punto.

La strategia di ETHENEA, invece, non è quella di stare in disparte. Preferiamo agire! Alle sfide, ai pericoli, al mondo che cambia. Sappiamo che molti investitori tendono a sopravvalutare la propria capacità psicologica di sopportare il rischio, poiché spesso gli operatori reagiscono solo quando si diffonde il panico. Vogliamo proteggere al meglio i nostri investitori da questa situazione, orientando la nostra gestione non solo al lungo termine, ma anche alla conservazione del capitale a medio termine e, ove possibile, anche a breve termine.

La grande capitolazione alla fine si verificherà? Non lo sappiamo. Questa volta potrebbe veramente andare in modo diverso. Se si crede alle previsioni economiche, l'attuale fase di debolezza congiunturale non sarà accompagnata da un aumento significativo della disoccupazione. E stando all'ultima relazione trimestrale di Bank of America, almeno i clienti delle sue banche americane hanno attualmente depositi molto più consistenti rispetto a prima della pandemia. Queste sono tutte buone ragioni per cui il calo dei prezzi non ha finora esercitato alcuna pressione psicologica sugli investitori. Tuttavia, per il momento rimaniamo piuttosto cauti. Dopotutto, l'anno in corso ha dimostrato che i cali dei prezzi possono essere talvolta molto gravi anche senza capitolazione degli investitori.

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