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Portfolio Manager Update

Ethna-DEFENSIV

Punti chiave in sintesi

  • Brusca inversione di tendenza sui mercati obbligazionari: dal "soft landing" al "no landing".
  • I nuovi dati evidenziano un'inflazione persistente.
  • Le banche centrali si mostrano più propense ad aumentare ulteriormente i tassi.
  • Da un lato: abbiamo posizionato il portafoglio in vista di un'inflazione duratura. Dall'altro: stiamo attenti a non perdere di vista la recessione.

28.02.23 - Il mese di febbraio si è aperto con le decisioni sui tassi d'interesse delle due più importanti banche centrali. La Fed ha alzato il tasso di riferimento statunitense di 25 punti base rallentando nuovamente il ritmo dei rialzi, mentre la BCE ha effettuato un aumento di 50 punti base come precedentemente annunciato. La reazione dei mercati è stata di grande entusiasmo. Sembrava che la vittoria sull'inflazione fosse già stata assicurata e che fosse iniziata una nuova fase di crescita. Lo scenario più gettonato era quindi quello di un "soft landing". Alla fine, il tasso decennale statunitense è sceso di 10 punti base e l'indice azionario S&P è salito dell'1,05%. Il rendimento dei titoli di Stato tedeschi a dieci anni è sceso di 26 punti base, come non succedeva dal 2011. I dati pubblicati nel prosieguo del mese, invece, hanno gradualmente smentito le argomentazioni di coloro che si aspettavano un imminente e celere calo dell'inflazione. Sia i prezzi alla produzione che quelli al consumo negli Stati Uniti e in Europa hanno infatti segnalato un aumento dei prezzi più rapido di quanto previsto dal mercato. Di conseguenza, i rendimenti dei titoli di Stato a dieci anni hanno evidenziato un aumento di circa 55 punti base su ambo le sponde dell'Atlantico. Sembra che gli operatori del mercato obbligazionario anticipino ormai uno scenario di "no landing", ossia un'inflazione persistentemente alta che porterà a un lungo periodo di tassi d'interesse elevati.

L'inflazione si è infatti rivelata più tenace di quanto molti si aspettassero e i rincari sono ascrivibili a molteplici fattori. Il principale motore dell'inflazione negli Stati Uniti è il settore dei servizi, che rappresenta oltre la metà dell'indice preferito dalla Fed, ossia l'indice dei prezzi PCE. Essendo una componente ad alta intensità di manodopera, i servizi sono sensibili agli aumenti salariali. Sebbene i licenziamenti di massa nelle grandi aziende statunitensi si stiano diffondendo a ritmo costante, il mercato del lavoro americano non sembra cedere. In Europa, sono soprattutto i programmi di politica fiscale a tenere occupata la BCE, come le misure di sostegno di alcuni paesi europei per far fronte all'esplosione dei prezzi energetici o il lancio di un piano infrastrutturale europeo simile a quello varato dall'amministrazione statunitense. Inoltre, le contrattazioni collettive stanno dando luogo ad aumenti salariali e i prezzi dell'energia sono raddoppiati rispetto a prima della pandemia. Anche in questo caso, il settore dei servizi svolge un ruolo importante. La domanda inespressa può spingere al rialzo i prezzi dei servizi. Prevediamo quindi un'inflazione ostinatamente elevata fino alla seconda metà del 2023.
Nel corso del mese alcune banche centrali hanno espresso la necessità di alzare in misura significativa i tassi d'interesse. Negli Stati Uniti si è parlato per la prima volta di un rialzo del 6%. Dai verbali dell'ultima riunione della Fed del 1° febbraio è tra l'altro emerso che alcuni membri dell'istituto centrale avrebbero voluto alzare il tasso di riferimento di 50 anziché di 25 punti base. Vista la solidità dei dati sull'inflazione nel mese di febbraio, le probabilità di un aumento dei tassi d'interesse sono cresciute in misura significativa. Anche in Europa si è discusso della necessità di ulteriori aumenti del costo del denaro. E dal momento che nell'ultimo anno e mezzo le banche centrali hanno regolarmente sottostimato la forza dell'inflazione, questa ipotesi non appare più così remota. Non escludiamo pertanto che la BCE effettui ulteriori interventi sui tassi per un totale di 150 punti base in modo che il tasso sui depositi possa portarsi in prossimità del 4% in estate. L'ultimo giorno del mese, quando i dati sull'inflazione di Francia e Spagna hanno nuovamente colto di sorpresa gli investitori, il valore di arrivo del tasso della BCE scontato dai mercati monetari si è attestato per la prima volta al 4%.

A nostro avviso, è giusto aumentare ulteriormente i tassi d'interesse per contrastare il potenziale d'inflazione. Da tempo prepariamo il nostro portafoglio in vista di questo scenario, massimizzando la qualità delle sue componenti ed evitando il rischio di duration attraverso l'impiego di contratti futures. A febbraio abbiamo cercato di rafforzare ulteriormente l'esposizione alle cedole e di partecipare in chiave opportunistica a nuove emissioni. Dal punto di vista strategico, tuttavia, siamo dell'idea che la lotta contro l'inflazione sia tutt'altro che vinta e che le autorità monetarie debbano proseguire i loro sforzi tesi a contenere i rincari. Qualora le banche centrali dovessero finire per provocare una recessione, saremo preparati ad affrontare questo scenario grazie al nostro posizionamento conservativo. I premi al rischio nell'attuale contesto economico non sono abbastanza interessanti e la cautela è ora la nostra massima priorità.

Posizionamento dei fondi

Grafico 1: struttura del portafoglio* di Ethna-DEFENSIV

Grafico 2: composizione del portafoglio di Ethna-DEFENSIV per valuta

Grafico 3: composizione del portafoglio di Ethna-DEFENSIV per regione

Grafico 4: composizione del portafoglio di Ethna-DEFENSIV per settore degli emittenti

Ethna-AKTIV

Punti chiave in sintesi

  • Come previsto, il rally degli ultimi mesi si è esaurito e le classi di rischio si sono consolidate sullo sfondo dell'aumento delle aspettative di rialzo dei tassi.
  • Un approccio anticiclico dovrebbe offrire il profilo di rischio/rendimento più interessante.
  • La componente azionaria è stata leggermente ridotta al 16,4%, l'esposizione all'USD è attualmente al 5,2% e la modified duration al +0,1%

28.02.23 - La propensione al rischio sui mercati dei capitali osservata a gennaio è proseguita a febbraio. Ma tale clima è durato solo fino alle riunioni delle principali banche centrali tenutesi nella prima settimana del mese, vale a dire due giornate. Sia la BCE che la Fed hanno aumentato i tassi di interesse nella misura precedentemente indicata, la prima dello 0,5% e la seconda dello 0,25%. Entrambi gli istituti hanno sottolineato che ulteriori interventi dipenderanno dai futuri dati economici. Nel corso del mese è stata proprio la pubblicazione di questi dati a confermare, da un lato, un'economia più robusta e, dall'altro, un calo dell'inflazione non più così rapido. Che si tratti di un solido rapporto sul mercato del lavoro, di vendite al dettaglio e Purchasing Managers' Index (componente manifatturiera) più alti del previsto ovvero di un aumento dei prezzi più significativo delle attese, al momento non c'è nulla che lasci presagire un'imminente svolta monetaria, tanto attesa dai mercati.

Al contrario. Come sosteniamo già da tempo, il mantenimento di una politica monetaria restrittiva è necessario per allontanare lo spettro dell'inflazione. Evidentemente, l'economia è al momento abbastanza solida da sopportare ulteriori rialzi. Questa considerazione non si applica affatto ai mercati dei capitali. Visto il rapido aggiustamento delle aspettative sui tassi di interesse nel corso del mese, non sorprende che gli indici azionari abbiano quasi annullato i loro guadagni iniziali in Europa e ancor più negli Stati Uniti in ragione della debolezza tecnologica. Solo nelle ultime quattro settimane, il tasso target dei tassi di riferimento scontato dal mercato è passato dal 4,9% al 5,4% negli Stati Uniti e dal 3,4% al 3,8% in Europa. Neanche l'ultima stagione dei risultati ha fornito ulteriori spinte all'acquisto. Le aspettative degli analisti sono state superate sia per quanto riguarda le vendite (aumento di quasi il 6%) sia per quanto riguarda gli utili (flessione del 3%). Tuttavia, a) le aspettative erano già molto basse, b) la percentuale di rapporti superiori alle attese è stata relativamente contenuta e anche inferiore alla media in termini di ampiezza, e c) escludendo i titoli energetici, i dati risultano ancora più deludenti. Inoltre, la maggior parte delle aziende ha formulato prospettive improntate alla cautela.

Per noi questa è un'ulteriore conferma del fatto che quest'anno i mercati azionari evidenzieranno un andamento laterale e volatile. Abbiamo pertanto lasciato pressoché invariata la componente azionaria. Prevediamo di mantenere la quota su livelli strategicamente neutrali, ma di aggiustarla marginalmente in chiave tattica e in senso anticiclico in funzione del mercato laterale che ci aspettiamo. L'accentuarsi dell'incertezza e il forte aumento dei tassi d'interesse osservati negli Stati Uniti nel corso dell'ultimo mese spiegano la recente forza del dollaro statunitense. Tuttavia, poiché ci aspettiamo movimenti dei tassi più marcati in Europa nei prossimi mesi, per il momento abbiamo deciso di ridurre la nostra esposizione al biglietto verde al 5%. Seguendo la stessa logica, abbiamo ampliato la copertura della duration. La modified duration del portafoglio è stata di conseguenza azzerata.
Rimaniamo convinti che sia necessario un approccio di gestione attiva, soprattutto in un contesto di politica monetaria restrittiva. In queste condizioni, Ethna-AKTIV continua a rappresentare un'ottima scelta per gli investitori prudenti.

Posizionamento dei fondi

Grafico 5: struttura del portafoglio* di Ethna-AKTIV

Grafico 6: composizione del portafoglio di Ethna-AKTIV per valuta

Grafico 7: composizione del portafoglio di Ethna-AKTIV per regione

Grafico 8: composizione del portafoglio di Ethna-AKTIV per settore degli emittenti

Ethna-DYNAMISCH

Punti chiave in sintesi

  • L'euforia di inizio anno si è trasformata in scetticismo a febbraio.
  • L'inflazione si sta dimostrando ostinata, i banchieri centrali danno prova di stoicismo e i fondamentali stanno sottoperformando.
  • Con una componente azionaria netta di circa il 50%, Ethna-DYNAMISCH mantiene un posizionamento strategicamente prudente.
  • In un contesto di mercato volatile, ricerchiamo opportunità tattiche.

28.02.23 - A febbraio l'euforia di inizio d'anno ha lasciato il posto allo scetticismo. Il tema "peak inflation" (picco dell'inflazione), con il suo andamento storicamente simmetrico (l'inflazione sale e scende con la stessa intensità), si è rivelato corretto per il momento (grazie all'effetto base). Tuttavia, la strada da percorrere per raggiungere l'obiettivo di inflazione del 2% è ancora lunga, vista la stabilità dei consumi e la solidità del mercato del lavoro. Ecco perché di recente il tema "sticky inflation" (inflazione vischiosa) ha finito per prevalere. Parallelamente, le banche centrali ribadiscono la loro determinazione ad adempiere al mandato di stabilità dei prezzi e il mercato crede nelle loro parole, come dimostra il recente aumento del livello obiettivo dei tassi di interesse impliciti.

Tuttavia, non sono stati solo i venti contrari sul fronte monetario, ma anche i fondamentali a mettere a dura prova il rally di inizio anno a febbraio. Gli utili delle società dell'S&P500 sono diminuiti di circa il 3% nel quarto trimestre del 2022 rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente. Se si esclude il boom del settore energetico, il dato è addirittura pari al -7%. Anche le prospettive sugli utili per il 2023 sono modeste (+2%). Sulla base della crescita degli utili stimata dagli analisti, il rapporto prezzo/utile previsto per il 2023 si aggira intorno a 18, che corrisponde al livello massimo di valutazione prima della pandemia di Covid-19. Vista la sottoperformance dei fondamentali in un contesto di rendimenti elevati, è probabile che il potenziale di rialzo sia limitato. L'elevato livello di valutazione si riflette anche nella nostra prospettiva bottom-up, in quanto attualmente non esistono opportunità di ingresso interessanti a livello di singoli titoli.

Nella prima metà di febbraio la mancanza di sensibilità del mercato azionario ai tassi d'interesse è risultata evidente. Mentre la correlazione tra azioni e tassi d'interesse è stata chiaramente negativa per tutto lo scorso anno, i prezzi delle azioni hanno recentemente sfidato l'aumento dei tassi. A fronte di questa situazione contrastata, siamo stati tentati di ridurre tatticamente la componente azionaria. Alla fine, il quadro generale non ci ha convinto, soprattutto considerato il sentiment degli investitori, che nelle fasi di volatilità dei mercati rappresenta un valido controindicatore. Tra gli investitori al dettaglio, lo scetticismo è chiaramente venuto meno. Ma gli investitori istituzionali sono ancora molto cauti.

In assenza di misure tattiche, la nostra componente azionaria netta è quindi rimasta invariata a circa il 50% a febbraio. Da un lato, essa riflette la nostra moderazione strategica a fronte dei fattori di stress sopra menzionati, dall'altro riconosce che lo status quo economico è problematico, ma tutt'altro che catastrofico. Inoltre, alcuni dei fattori di stress citati, come le quotazioni e l'andamento dei fondamentali, riguardano prevalentemente le azioni americane e meno quelle europee, che rappresentano circa il 40% del portafoglio azionario di Ethna-DYNAMISCH.

Le ultime settimane hanno dimostrato ancora una volta che l'andamento dei mercato azionario è guidato in misura più che proporzionale dai temi di volta in volta dominanti, al rialzo come al ribasso. A medio termine, ci aspettiamo che il contesto rimanga volatile. Tramite i posizionamenti tattici vorremmo continuare a rendere accessibili ai nostri investitori le opportunità del mercato azionario, mantenendo i rischi gestibili.

Posizionamento dei fondi

Grafico 9: struttura del portafoglio* di Ethna-DYNAMISCH

Grafico 10: composizione del portafoglio di Ethna-DYNAMISCH per valuta

Grafico 11: composizione del portafoglio di Ethna-DYNAMISCH per regione

Grafico 12: composizione del portafoglio di Ethna-DYNAMISCH per settore degli emittenti

* La voce "Cash" comprende i depositi a termine, i depositi overnight e i conti correnti/di altro tipo. La voce "Equities net" comprende gli investimenti diretti e l'esposizione derivante dai derivati azionari.

HESPER FUND - Global Solutions (*)

Punti chiave in sintesi

Il ritorno dei timori di inflazione tra gli investitori ha messo bruscamente fine al rally da record delle obbligazioni globali

  • A fronte di un'inflazione ostinata, gli investitori hanno smesso di formulare previsioni sul calo dei tassi d'interesse.
  • La flessione della spesa al consumo negli Stati Uniti ha alimentato le aspettative di un imminente raggiungimento del picco del tasso sui federal fund.
  • Dopo le sorprese dell'inflazione in Europa, i mercati si aspettano tassi di interesse della BCE al 4%.
  • Il rally delle azioni globali ha perso slancio a febbraio a causa dell'aumento dei rendimenti.
  • Il portafoglio di HESPER FUND – Global Solutions è stato ristrutturato. Il fondo ha abbassato la duration a 1,8 anni e l'esposizione azionaria netta al 16%. La posizione short sulla sterlina britannica è stata incrementata al 12%. La posizione in USD è stata nuovamente rafforzata all'11,6%.

28.02.23 - Le obbligazioni hanno perso terreno a fronte di una dinamica inflazionistica più lenta di quanto sperato dal mercato

È troppo presto per esultare per la disinflazione? Sembrerebbe di sì, visto che in molti paesi l'inflazione è aumentata. A fronte di livelli di inflazione ancora elevati, i falchi delle banche centrali hanno avuto la meglio, il che ha spinto al rialzo i rendimenti.

I verbali della riunione della Fed confermano che è in arrivo un'ulteriore stretta. I mercati dei futures scontano ormai un valore di arrivo del tasso sui federal fund del 5,3%. Da una serie di dati, risulta che l'economia statunitense è più forte di quanto si pensasse. Le vendite al dettaglio hanno evidenziato una netta ripresa dopo la debolezza del trimestre precedente. Il reddito e le spese personali segnalano una crescita solida e persistente, mentre l'indice CPI (+0,5% rispetto al mese precedente) e l'inflazione di fondo della spesa al consumo (+0,6% rispetto al mese precedente) relativi a gennaio hanno registrato un aumento più rapido rispetto ai mesi scorsi e anche più pronunciato del previsto. Ciò suggerisce che la Fed dovrà inasprire ulteriormente la politica monetaria per tenere a bada l'inflazione.

Le stime preliminari di Francia e Spagna mostrano un calo dell'inflazione meno significativo delle attese, con conseguenti pressioni sulla BCE affinché conservi un orientamento restrittivo.

L'economia globale sta dando prova di una tenuta inaspettatamente positiva, con gli indicatori PMI in miglioramento negli Stati Uniti, nell'Eurozona, nel Regno Unito e in Giappone. La domanda globale continua a spostarsi dai beni ai servizi. Il settore manifatturiero rimane debole, mentre quello dei servizi mostra evidenti segni di espansione. Il tema dominante sui mercati è quindi cambiato: invece della disinflazione e di un soft landing (atterraggio morbido), gli operatori scontano ormai uno scenario di "no landing", caratterizzato da un'economia resistente e un'inflazione ostinata. Per i mercati, questo scenario comporta un aumento dei rendimenti dei titoli di Stato e dei mercati azionari, il cui potenziale di rialzo è limitato dai rendimenti elevati, ma il cui rischio di ribasso è mitigato da un'economia robusta. Le prospettive in questo contesto restano estremamente incerte. Lo scenario di "no landing" potrebbe essere una fase temporanea che porterà a un "soft landing" (ripresa della disinflazione) o a una recessione (l'inflazione rimane ostinatamente alta inducendo le banche centrali a introdurre ulteriori misure di inasprimento monetario). In ogni caso, questa fase potrebbe durare alcuni mesi e causare ulteriore volatilità sul mercato.

Calo delle azioni, i più colpiti sono i mercati asiatici

A febbraio il clima di mercato si è offuscato con l'impennata dei rendimenti e il rafforzamento del dollaro sulla scia di dati sull'inflazione peggiori del previsto nella maggior parte dei paesi.

Nel periodo in rassegna, la maggior parte dei listini azionari ha perso slancio o ha registrato flessioni dopo il forte rally del mese precedente. I mercati europei hanno nuovamente sovraperformato, in quanto l'economia della regione si è dimostrata sorprendentemente robusta nonostante alcune vulnerabilità. L'EUR Stoxx 50 è salito dell'1,8% (-0,6% in USD). Il FTSE 100 britannico ha guadagnato l'1,3% (-0,5% in USD). L'indice svizzero SMI ha perso l'1,7% (3,7% in USD). Negli Stati Uniti, l'S&P 500 e il Dow Jones Industrial Average (DJIA) hanno ceduto, rispettivamente, il 2,6% e il 4,2%, mentre il NASDAQ ha perso l'1,1%.

In Asia, il rimbalzo delle azioni cinesi si è arrestato. L'Hang Seng è crollato del 9,4%, mentre lo Shanghai Shenzhen CSI 300 ha guadagnato il 2,1% (-4,7% in USD). Il Nikkei è avanzato dello 0,4% (-4.7% in USD in ragione dell'apprezzamento dello yen) e il Kospi ha ceduto lo 0,5% (-7% in USD). Il mercato azionario indiano ha lasciato sul terreno l'1% (-1,7% in USD) poiché il ribasso di Adani Group si è stabilizzato.

L'UE e il Regno Unito hanno trovato un'intesa sulla Brexit in Irlanda del Nord.

Il Regno Unito e l'UE hanno raggiunto un accordo post-Brexit per l'Irlanda del Nord, ponendo fine a una situazione di stallo che negli ultimi anni aveva inficiato le relazioni bilaterali. L'intesa garantisce la libera circolazione delle merci sul Mare d'Irlanda. La sterlina britannica si è ripresa grazie al miglioramento del contesto politico per i conservatori al governo, il che ha penalizzato la nostra posizione corta.

Scenario macro di HESPER FUND: Navigare in acque agitate

Nel 2022 l'economia globale si è dimostrata molto più resistente del previsto, ma nel 2023 l'attività economica evidenzierà un ulteriore rallentamento. L'inflazione elevata, gli effetti delle politiche monetarie più restrittive e l'incertezza pesano sulle prospettive economiche.

Il nostro scenario macroeconomico a medio termine prevede un'ulteriore decelerazione dell'economia, con un'inflazione complessiva che dovrebbe diminuire ma rimanere ben al di sopra degli obiettivi delle banche centrali. Queste ultime rallenteranno e infine sospenderanno la stretta monetaria, ma fintanto che non si verificherà una grave recessione si atterranno a un orientamento restrittivo nel 2023.

L'allentamento delle strozzature lungo le catene produttive, il calo dei prezzi dell'energia e la riapertura della Cina si traducono in aspettative più ottimistiche a livello mondiale. Le prospettive sono meno fosche rispetto a qualche mese fa, ma è improbabile che questi fattori positivi riescano a impedire un ulteriore rallentamento congiunturale nei mesi a venire. Questo perché le banche centrali devono continuare il loro percorso di inasprimento per contenere l'inflazione.

Posizionamento e performance mensile

HESPER FUND – Global Solutions ha perso terreno a febbraio, in quanto il sentiment del mercato è nuovamente mutato e i recenti aggiustamenti in vista di uno scenario più favorevole non hanno dato i loro frutti. Le scommesse valutarie contro la sterlina e a favore dello yen si sono rivelate inefficaci, poiché gli eventi politici nel Regno Unito hanno sostenuto la divisa britannica e le aspettative di un imminente cambio di politica monetaria da parte del nuovo governatore della BoJ si sono affievolite. La classe di quote T-6 EUR ha perso il 2,16% a febbraio. Da inizio anno il fondo ha evidenziato una flessione del 2,07%. Il patrimonio complessivo è sceso a EUR 80,4 milioni alla fine del mese. La classe di quote è calata dell'8,66% al di sotto del livello record del 29 settembre 2022.

La volatilità è rimasta invariata al 5,9% negli ultimi 250 giorni, per cui il profilo di rischio/rendimento è ancora vantaggioso. Il rendimento annualizzato dal lancio è sceso al 4,18%.

All'inizio del terzo mese dell'anno, in attesa di nuove opportunità il fondo presenta ancora un posizionamento improntato alla cautela e un portafoglio bilanciato.
L'esposizione azionaria netta è stata dimezzata al 16,5% e a livello regionale risulta così composta: 1,9% DJIA, 3,9 % S&P 500, 2% Nasdaq, 4,3% area euro e 4,5 % Svizzera. La duration delle obbligazioni è stata aumentata a 1,8 anni e il rischio di credito è ancora trascurabile.

Sul fronte delle valute, l'esposizione di HESPER FUND – Global Solutions è la seguente: 11,6% in USD, 7,4% in JPY, 18,8% in CHF e -12 % in GBP.
Come sempre, continuiamo a monitorare regolarmente l'esposizione del fondo alle diverse asset class in base al clima di mercato e ai mutamenti dello scenario macroeconomico di riferimento. Lo scorso anno gli eventi geopolitici hanno giocato un ruolo decisivo nella nostra allocazione del patrimonio. Si sta delineando una chiara tendenza alla deglobalizzazione, che potrebbe contribuire a mantenere alta l'inflazione per un periodo prolungato. La fine della politica monetaria espansiva resta l'evento attuale più importante.

*La distribuzione di HESPER FUND - Global Solutions è attualmente consentita solo in Germania, Lussemburgo, Italia, Francia, Austria e Svizzera.

Posizionamento dei fondi

Grafico 13: Composizione del portafoglio di HESPER FUND − Global Solutions per regione

Grafico 14: Composizione del portafoglio di HESPER FUND − Global Solutions per valuta

Grafico 15: struttura di rating delle obbligazioni di HESPER FUND − Global Solutions

Prima dell'adesione leggere il prospetto e i documenti contenenti le informazioni chiave (PRIIPs-KIDs). La presente è una comunicazione pubblicitaria. Il presente materiale pubblicitario non è richiesto dalla legge o dalla normativa e il suo scopo è unicamente quello di fornire informazioni sui prodotti. Le informazioni contenute nel presente documento non costituiscono un invito, un'offerta o una raccomandazione ad acquistare o vendere quote di fondi ovvero a effettuare altre transazioni. Il loro unico scopo è quello di permettere al lettore di comprendere le caratteristiche chiave del fondo, come ad esempio il processo di investimento, e non vanno intese, in tutto o in parte, alla stregua di una raccomandazione di investimento. Non sostituiscono le proprie considerazioni personali, né altre informazioni e consigli legali, fiscali o finanziari. Né la Società di gestione né i suoi organi o dipendenti possono essere ritenuti responsabili per qualsiasi perdita derivante, direttamente o indirettamente, dall'utilizzo del contenuto del presente documento o altrimenti insorta in relazione al presente documento. La sottoscrizione di quote può essere effettuata unicamente sulla base dei documenti di vendita attualmente in vigore in lingua tedesca (il prospetto informativo, i documenti contenenti le informazioni chiave (PRIIPs-KIDs) e, a titolo complementare, le relazioni annuale e semestrale), da cui è possibile desumere informazioni esaustive sull'acquisto del fondo, nonché sulle opportunità e sui rischi connessi. 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